Nel mondo antico, quando ogni quattro anni si disputavano i Sacri Giochi di Olimpia, ogni guerra si fermava in ottemperanza alla cosiddetta “ekecheiria”, la “tregua olimpica”.
Nel Novecento questo non è avvenuto: i Giochi di Berlino 1916, Tokyo 1940 e Londra 1944, infatti, non si sono potuti tenere a causa dell’infuriare della Prima e della Seconda Guerra Mondiale.
Eppure, proprio nel luogo-simbolo della crudeltà del Secondo Conflitto Mondiale, in due campi di concentramento nazisti lontani tra loro, nel 1940 e nel 1944 si sono tenute, a modo loro, delle Olimpiadi. Giochi ben diversi da quelli a cui siamo abituati, disputati di nascosto ai carcerieri, con un’armonica a bocca per suonare gli inni nazionali e i prigionieri come atleti in gara.
In Olimpiadi nascoste, Alberto Borgatta e Borgatta’s Factory raccontano le incredibili vicende dei giochi disputati nei campi di concentramento. Oltre i confini dello Sport, storie di coraggio, di fratellanza e di speranza nate proprio laddove questi valori venivano cancellati
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